Il sistema italiano della previdenza complementare analizzato nel dettaglio tra ambizioni, lavori in corso e tendenze dell’ordinamento interno. Parla Paolo Pellegrini, vicedirettore generale del Mefop; società costituita dal Mef per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione. Il numero due del Mefop traccia una panoramica dettagliata delle recenti iniziative e delle riforme auspicabili del sistema, mirate a migliorare la sostenibilità e l’efficacia dello stesso.
Il tema del momento, in Italia, è il regolamento Dora, applicabile dal gennaio 2025 anche ai fondi pensione: come si sta preparando il sistema? Sul tema, la gestione dei rischi informatici, Pellegrini afferma: “Mefop sta lavorando per favorire il confronto tra gli operatori, organizzando un corso di formazione ad hoc il 17 settembre prossimo”. Dal punto di vista della nuova legislatura europea, ci sono punti di attenzione come “quelli della sostenibilità e dell’aggiornamento della direttiva Iorp. Ci sono anche idee evolutive sul tema Pepp e alcune proposte di regolamentazioni orizzontali in corso di negoziazione“.
Quali novità, innovazioni, potrebbero elevare il livello di inclusione previdenziale in Italia? I dati dell’ultima relazione Covip attestano il tasso di adesione interno al 36,9%, numeri ritenuti spesso ancora troppo bassi, sui quali si può riflettere e si può lavorare: “Si tratta di un valore da far crescere velocemente, se non vogliamo correre il rischio che domani la maggioranza dei pensionati contributivi puri si trovino privi di secondo pilastro – avverte Pellegrini – con conseguenti forti tensioni sociali e anche sui conti pubblici“.
Su come fare, in concreto, per rilanciare il sistema previdenziale, Pellegrini non ha dubbi sull’importanza dell’adozione di: “Campagne informative istituzionali mirate e costanti nel tempo, approntando centri informativi di prossimità territoriale adeguatamente addestrati che siano in grado di rispondere alle domande del cittadino”. “Sarebbe utile riproporre forme di tacito conferimento del tfr maturando – prosegue ancora il vicedirettore Mefop – prevedendo che la decisione di lasciare il tfr in azienda sia effettuata dal cittadino mediante Spid o Cie su un portale pubblico“.
Sul piano fiscale, oltre all’incremento del noto limite di deducibilità, si potrebbe passare da un modello Ett a quello Eet (da esenzione-tassazione-tassazione a esenzione-esenzione-tassazione); una strategia che prevede un costo limitato per le finanze pubbliche oggi, così da evitare, in futuro, costi meno sostenibili.
Pellegrini affronta poi un tema molto delicato, come quello dell’educazione finanziaria. Ben visto in tal senso è il più recente disegno di legge, che prevede, tra le misure in programma, l’ampliamento del novero delle materie oggetto di approfondimento scolastico: “Ai tradizionali argomenti di Educazione Civica si aggiungono ora il risparmio, l’investimento, l’educazione finanziaria e assicurative e la pianificazione previdenziale“.
Dal canto suo, anche Mefop contribuisce attivamente alla divulgazione e alla corretta informazione in ambito finanziario. Un’attività, la cui importanza, Pellegrini non smette di sottolineare: “Cittadini informati sul welfare, sin dalla giovane età, sviluppano i giusti anticorpi per fare le scelte consapevoli e pianificare con maggiore cognizione di causa quello che è il proprio futuro.”