Eliminare la tassazione dei rendimenti annui, adottare un profilo di rischio su misura dell’aderente e innalzare, se possibile, i limiti di deduzioni.
Parla il professor Mauro Maré, docente alla Luiss Guido Carli e presidente di Mefop che da decenni segue la previdenza complementare, condividendo la propria visione sul futuro del settore.
Le adesioni alle linee garantite sono state a lungo preminenti rispetto agli altri comparti anche grazie a dettami normativi, che hanno premiato un comparto così apertamente a protezione degli iscritti. “Ciò è figlio di una stagione di lancio della previdenza complementare, quella in cui occorreva mostrare la solidità del sistema che attraverso strumenti convincenti per chi era meno avvezzo alle scelte di natura finanziaria – sottolinea Maré – Ora occorrerebbe lasciare il passo a una fase più matura, in cui si deve sottolineare l’importanza del lungo termine e delle adesioni avviate presto“.
L’ex presidente di Covip, Mario Padula, d’altronde, si era espresso a favore dell’introduzione di un adeguamento del profilo di rischio finanziario a quello anagrafico e professionale dell’iscritto – lifecycle – al posto della garanzia. Il lifecycle è definito uno strumento efficace nell’educare l’aderente dallo stesso Maré, che dimostra di apprezzare la natura del comparto, il quale punta “ad ottimizzare la gestione del rischio che è connaturata in ogni contesto umano e quindi anche previdenziale“.
L’innalzamento dei limiti di deduzioni potrebbe aumentare le adesioni, ammette Maré, sempre però a patto che: “ciò non vada a detrimento delle esigenze di gettito del Fisco”. Piuttosto, “non è più rinviabile la revisione delle tassazione dei fondi – incalza il presidente Mefop – eliminando il prelievo sui rendimenti anni, che resta un unicum europeo ormai fuori tempo“.
“Anche il multicomparto può essere riconsiderato – conclude Maré – nei paesi in cui i fondi pensione sono forti è il monocomparto che prevale e questa modalità è la linea con le richieste di un maggiore protagonismo negli investimenti nell’economia reale e in sostenibilità che vengono rivolti da più parti al sistema“.