Quasi 10 milioni di iscritti (9,6 milioni), con un incremento del 3,7% rispetto al 2022, risorse che raggiungono quota 224,4 miliardi (+ 9,1%), che salgono a 338 miliardi includendo le Casse di previdenza. Nella sua relazione annuale, la Covip, Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, restituisce un quadro più che positivo sullo stato di salute e la prospettiva di crescita dei fondi pensione.
Complice la dinamica positiva dei mercati finanziari, riflessasi sui rendimenti di tutte le tipologie di linee di investimento, il 2023 si è rivelato un anno importante a livello di cifre per il settore.
Rendimento delle linee di investimento
A livello di linee di investimento, le migliori performance sono state registrare dai comparti azionari, con rendimenti nell’anno in media pari al 10,2% nei fondi negoziali, all’11,3% nei fondi aperti e all’11,5% nei Pip. Ma non solo.
Su un periodo di osservazione di 10 anni, dal 2013 al 2023, i rendimenti medi annui composti dalle linee a maggiore contenuto azionario si collocano, per tutte le tipologie di forme pensionistiche, tra il 4,2% e il 4,5%. Superiori, come rendimento medio, alle linee obbligazionarie e anche al tasso di rivalutazione del Tfr (pari al 2,4% nel decennio).
Anche i comparti obbligazionari hanno registrato nell’anno rendimenti positivi: gli obbligazionari misti hanno ottenuto il 7,2% nei fondi negoziali e il 4,4% nei fondi aperti; risultati positivi, ma inferiori, si sono registrati in media anche nei comparti obbligazionari puri e in quelli garantiti.
Gap di età
Persiste una forma di “gap generazionale“, con una concentrazione di iscritti nelle fasce d’età più vicine alla pensione: il 47,8% degli iscritti ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, il 32,9% ha almeno 55 anni.
Cresce la componente giovane, complice la decisione di aprire una posizione previdenziale per i propri figli attraverso la quota di soggetti fiscalmente a carico.
Nel report si evidenzia che queste iscrizioni vengono indirizzate “prevalentemente a favore delle forme di mercato. Ciò rispecchia decisioni familiari di aprire una posizione previdenziale per i propri figli in vista di una successiva alimentazione con versamenti autonomi una volta che essi entreranno nel mondo del lavoro”.
Prospettive e sfide future
Tra le misure individuate a rafforzare il processo di accumulazione delle risorse, la Covip inserisce anche il conferimento del TFR da parte dei lavoratori silenti dalla linea garantita ad una linea life-cycle, per ottenere maggiori opportunità in termini di redditività e di prestazioni pensionistiche.
Le linee garantite hanno infatti una componente azionaria quasi nulla e su un orizzonte temporale di dieci anni hanno registrato rendimenti inferiori alla rivalutazione del TFR, pari al 2,4% medio annuo, e quindi ben al di sotto del rendimento medio annuo delle linee a maggior contenuto azionario (che si colloca tra il 4-4,5%).
“La sfida dell’inclusione previdenziale è di cruciale importanza. Donne, giovani, lavoratrici e lavoratori delle aree meridionali continuano a essere meno presenti nel sistema della previdenza complementare; anche perché più fragili nelle loro condizioni di occupazione”, sottolinea ancora la Covip in chiusura della sua relazione.
La Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione rimarca inoltre il ruolo centrale della previdenza complementare, che potrebbe giovare di un ulteriore sviluppo della previdenza complementare attraverso una serie di agevolazioni
“Un insieme di interventi dovrebbe aiutare la capacità contributiva delle persone meno forti, attraverso una rimodulazione dei benefici fiscali – prosegue la Covip – Tali benefici, oggi sostanzialmente espressi in termini di deducibilità dei contributi – fino a 5.164,57 euro – potrebbero trasformarsi in una contribuzione di ingresso nelle prime fasi lavorative. Andrebbe inoltre consentito di riportare ad anni successivi spazi di deducibilità di cui non si è goduto nell’anno di riferimento”.