Secondo i calcoli del Consiglio Nazionale Giovani, elaborati insieme al centro studi Eures, gli under 35 arriveranno alla fine del loro percorso lavorativo a 74 anni maturando un assegno da 1.577 euro lordi mensili, 1.099 netti.
Per questo motivo il governo Meloni sta pianificando un piano per garantire un’adeguata “copertura pensionistica” ai giovani contributi precari e con carriere discontinue.
Le nuove generazioni di lavoratori, a differenza dei genitori e dei nonni, possono contare su uno “zaino previdenziale” debole; in questo modo si assiste ad un incremento dell’età media degli iscritti ai fondi pensionistici: dal 2017 al 2021 la percentuale della classe giovane ha registrato una crescita moderata, mentre si è assistito a un progressivo spostamento a favore di quelle più anziane.
A fine 2022 in Italia i fondi pensioni contavano 8,8 milioni di iscritti: solo il 17,8% con meno di 35 anni, mentre il 50,3% appartiene alla fascia di età centrale (35-54 anni) e il 31,9% ha almeno 55 anni.