È importante rilanciare l’impegno sulla previdenza complementare che rappresenta l’unica strada per rendere più equa la staffetta tra gli ex lavoratori e gli occupati di oggi e domani.
Il debito pubblico italiano è da molto tempo elevato, indice preoccupante non è il suo valore assoluto in euro ma la sua relazione rispetto al reddito nazionale che determina il rapporto in precentuale del Pil.
In Italia c’è anche un’altra tipologia di debito che dovrebbe preoccupare: il debito pensionistico implicito rappresenta il valore attuale dello stock di promesse pensionistiche pubbliche agli attuali e ai futuri pensionati.
Bisogna dire che le promesse monetarie ai futuri pensionati potrebbero non essere considerate una forma di debito poiché i governi potrebbero rivedere il grado di generosità delle prestazioni e, quindi, il patto implicito tra le generazioni.
Caso esemplare è quello della Polonia che nel 2012 sostituì una passività esplicita (i titoli del debito pubblico detenuti dai fondi pensione) con una passività eventuale (le promesse pensionistiche dello stato).
Per ridurre il valore dello stock di debito fu trasferito all’INPS polacca il valore delle promesse pensionistiche, equivalente a quello dei titoli di stato detenuto dai fondi mentre il tesoro polacco rientrò in possesso dei bond governativi potendo così cancellarle il debito che deteneva con sé stesso.
In questo caso la trasparenza è fondamentale e ci sono due opzioni tra cui scegliere: essere sicuri di una probabile revisione delle promesse pensionistiche future oppure è necessaria una stima, anche grossolana, del valore attuale delle promesse pensionistiche future che dovrebbero essere inclusa nei documenti di finanza pubblica.
I ruoli dei fondi pensioni sono, dunque, cruciali: la previdenza complementare permette di diversificare il rischio e in grado di realizzare un’accumulazione reale ai fondi pensionistici che inevitabilmente riduce il trasferimento del debito tra generazioni.
Inoltre, l’impiego delle risorse dei fondi nel mercato dei capitali permette anche di agire sul denominatore del rapporto debito/Pil e riduce l’implicita ulteriore richiesta sui futuri contribuenti che pagare le pensioni pubbliche comporta.
Per evitare di essere un “Ponzi scheme” qualcuno deve produrre il reddito da dare ai pensionati senza però lasciare debiti insostenibili alle generazioni future.
Questo può avvenire soltanto collegando le possibili prestazioni pensionistiche alla crescita del reddito all’età di pensionamento considerando demografica e processo d’invecchiamento.
Sarebbe bello se venisse riconosciuto lo stretto legame tra mercato del lavoro e pensioni: si deve agire seriamente sulla base potenziale di finanziamento di un sistema pensionistico e non solo sull’età pensionabile.
È importante trovare un modo per comunicare l’entità del debito pensionistico che stiamo accumulando perché potrebbe essere l’unico vincolo reale alla sua espansione e l’unica soluzione per salvaguardare le generazioni future.