Di seguito sono riportate terminologie che abitualmente troverai nelle relazioni.

Shareholder Rights Directive II 

Direttiva Europea, approvata a maggio 2017, che spinge verso un maggiore impegno degli investitori previdenziali a tutela dei propri investimenti nel lungo termine. Le principali novità della Direttiva sono rappresentate dall’obbligo di:

  • dotarsi di politiche di voto ed engagement nei confronti delle società acquistate, nonché le eventuali metodologie di valutazione dei risultati nel lungo periodo;
  • Informare gli aderenti delle scelte e dei risultati ottenuti da tali scelte.
IORP II

Decreto legislativo 13 dicembre 2018, n. 147, di attuazione della Direttiva (UE) 2016/2341 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2016, relativa alle attività e alla vigilanza degli enti pensionistici aziendali o professionali. Le principali novità della direttiva sono relative a:

  • attività transfrontaliera dei fondi pensione;
  • governance e investimenti;
  • informazioni agli aderenti e ai beneficiari.
Spread

Termine inglese che nel gergo finanziario indica in generale la differenza che c’è tra due valori. Nel linguaggio comune spread è passato ad indicare un differenziale molto specifico: quello tra il rendimento (cioè quanto pagano di interesse a chi li possiede) dei titoli di stato decennali italiani (BTP) e quelli tedeschi (Bund). Il rendimento di un titolo di stato è in sostanza una misura della solidità percepita di un paese: un rendimento basso significa che gli investitori ritengono quel paese in grado di ripagare facilmente i suoi debiti, mentre un rendimento alto significa che ci sono dei dubbi (e quindi gli investitori vogliono essere “premiati” per il rischio che si prendono). Lo spread si misura in “punti base”: un punto base è un centesimo di punto percentuale.

Rating

Assegnato da agenzie specializzate, dopo una attenta valutazione su una serie di parametri. Indica la solvibilità e quindi l’affidabilità di imprese e nazioni.

T.E.V.

Acronimo di Tracking Error Volatility, misura il valore aggiunto che il fondo ha realizzato rispetto al benchmark e rappresenta una prima misura della bontà della gestione. Dall’analisi di questo parametro e dalla sua volatilità è anche possibile capire se il gestore adotta una strategia attiva (elevati scostamenti rispetto al benchmark) oppure una strategia passiva.

Azione

Le azioni sono le singole parti unitarie in cui è diviso il capitale di una società per azioni. Il titolare di un’azione, quindi, possiede un “pezzetto” della società, con tutti i diritti e gli oneri. partecipa all’attività economica della società stessa sopportandone i rischi in caso di perdite. Rischi, peraltro, che sono limitati al valore delle azioni possedute. I diritti dell’azionista sono:

  • la percezione dei dividendi, se distribuiti dalla società;
  • la possibilità di esprimere il proprio voto nelle assemblee;
  • la possibilità di consultare determinati libri sociali;
  • la possibilità di impugnare le delibere assembleari invalide.
Obbligazione

È un titolo di credito emesso da società (obbligazioni corporate) o enti pubblici come lo Stato (titoli di stato), per raccogliere denaro a debito. Il possessore/titolare di un bond si dice “obbligazionista”. Il titolo da diritto al possessore, ad una scadenza prefissata alla restituzione del capitale più un interesse.

E.T.F.

Acronimo di Exchange Trade Funds sono fondi negoziati in Borsa come le normali azioni. Si caratterizzano per il fatto di avere come unico obiettivo quello di replicare fedelmente l’andamento e quindi il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime.

Duration

La duration, o durata finanziaria di un titolo, è una misura ampiamente utilizzata nei mercati obbligazionari per valutare l’investimento effettuato e i rischi connessi a eventuali cambiamenti dei tassi d’interesse. La duration è espressa in giorni e anni e fornisce, a un dato momento della vita di un titolo a reddito fisso, il tempo necessario perché esso ripaghi, con le cedole, il capitale investito inizialmente.

Volatilità

La volatilità misura l’incertezza circa i futuri movimenti del prezzo di un bene o di una attività finanziaria. Al crescere della volatilità cresce la probabilità che la performance risulti molto elevata oppure molto contenuta, ossia cresce la probabilità che i movimenti di prezzo siano molto ampi, sia in aumento che in diminuzione.

V.A.R.

Acronimo di Value at Risk che punta a fornire una misura probabilistica basata sull’orizzonte temporale (N giorni) e sul livello di confidenza (x%) che restituisce l’ammontare del capitale investito rimanente nel caso del verificarsi di un evento negativo possibile. Altre variabili in gioco sono il periodo di riferimento (in genere un giorno, ma configurabile su ogni scadenza) e soprattutto rischio e volatilità.

ESG

Acronimo di Environmental, Social and Governance: utilizzato per fare riferimento agli aspetti ambientali, sociali e di buon governo societario.

Piano di Azione della Commissione Europea sulla finanza sostenibile

Pubblicato l’8 marzo 2018, il Piano d’Azione illustra le misure che la Commissione Europea intende adottare per orientare il mercato dei capitali verso un modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e in linea con gli impegni assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima. Le misure introdotte dalla Commissione Europea puntano a:

  • orientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili;
  • gestire in modo più efficace i rischi finanziari che derivano dal cambiamento climatico, dal consumo di risorse, dal degrado ambientale e dalle disuguaglianze sociali;
  • migliorare la trasparenza e incoraggiare un approccio di lungo periodo delle attività economico-finanziarie.
Regolamento UE 2088/2019

Regolamento del Parlamento e del Consiglio Europeo del 27 novembre 2019 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari.

SRI

Acronimo di Sustainable Responsible Investment; mira a creare valore per l’investitore attraverso una strategia di investimento orientata al medio-lungo periodo che, consenta il raggiungimento del rendimento atteso nel rispetto dell’ambiente, del sociale e del buon governo delle aziende investite.

Strategie di sostenibilità

Gli investimenti sostenibili e responsabili possono essere declinati secondo varie strategie, ognuna contraddistinta da specifici obiettivi e metodologie. Qui di seguito riportiamo due delle sei strategie presenti nel mercato italiano:

  • Esclusioni: approccio che prevede l’esclusione esplicita di singoli emittenti o settori o Paesi dall’universo investibile, sulla base di determinati principi e valori. Tra i criteri più utilizzati: le armi, la pornografia, il tabacco, i test su animali.
  • Convenzioni internazionali: selezione degli investimenti basata sul rispetto di norme e standard internazionali. Gli standard più utilizzati sono quelli definiti in sede OCSE, ONU o dalle Agenzie ONU (tra cui ILO, UNEP, UNICEF, UNHCR): per esempio, il Global Compact, le Linee Guida dell’OCSE sulle multinazionali, le Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Sul clima viene preso a riferimento l’accordo di Parigi (COP21) che è il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici.