Coro unanime di associazioni ed esperti al Governo: agevolare fiscalmente l’accesso alla previdenza integrativa. Dalla commissione Bicamerale di controllo sugli enti di previdenza aumenta il pressing per ottenere un alleggerimento del peso fiscale su fondi pensione e Casse di previdenza. Un primo passo, individuato come fondamentale, per rinnovare l’interesse attorno alla previdenza integrativa.
L’ultimo appello in ordine di tempo è stato quello lanciato della Febaf, Federazione banche assicurazioni e finanza, che ha sottolineato la necessità di ridurre la tassazione sui rendimenti degli investimenti dei fondi di primo e secondo pilastro (ad oggi rispettivamente al 26% e al 20%). Secondo Febaf, “la variabile fiscale potrebbe inoltre costituire una leva rilevante per favorire impieghi a lungo termini e quindi l’afflusso di risorse verso l’economia reale“. Quindi la proposta di: “prevedere una fiscalità premiale in funzione della durata degli investimenti“.
Sulla questione giunta in “Bicameralina” si è espresso anche il Prof. Mauro Maré, presidente Mefop, società per lo sviluppo del mercato dei fondi pensioni che ha il ministero dell’Economia come principale azionista. Maré si è soffermato sulla riduzione delle tasse sui rendimenti almeno per le Casse di previdenza e sull’opportunità di evitare duplicazione d’imposta. Marè ha anche sottolineato la mancata crescita delle adesioni ai fondi pensioni è ancora il vero problema del settore, che ha registrato negli ultimi 25 anni un incremento dal 25% a non più del 30%.
Un appello sposato già nelle scorse settimane da Assofondipensione, l’Associazione che riunisce 32 fondi pensione negoziali istituiti nei principali comparti produttivi, che chiede la riduzione della tassazione dei rendimenti e incentivi fiscali per gli investimenti del patrimonio dei fondi nell’economia produttiva nazionale.
Il messaggio, che arriva anche dal mondo delle professioni, sembra essere quindi chiaro: dare priorità al rilancio della previdenza complementare, anche nell’ottica di favorire la crescita dell’economia.
All’interno di questo scenario si colloca la proposta del Prof. Riccardo Realfonzo, presidente FondoCometa, che auspica la nascita di un fondo pubblico-privato che investa il risparmio previdenziale nel Paese garantendo i rendimenti. Una proposta che sembra mettere d’accordo sia il leader della Cgil Maurizio Landini sia il leghista Alberto Bagnai, presidente della Bicamerale di controllo sugli enti previdenziali, che apre a “soluzioni che siano in grado di attrarre le Casse di previdenza e i fondi di previdenza complementare” verso investimenti diretti in infrastrutture sociali e piccole-medie aziende.