Caro vita, interessi su mutuo o debiti, paura di non poter sostenere spese straordinarie e timori della pensione: circa il 70% della popolazione italiana soffre di ansia finanziaria.
Un fenomeno, strettamente correlato e apparentemente proporzionale al concetto di educazione finanziaria. Sembrerebbe infatti che una minore livello di educazione finanziaria porti a una minore consapevolezza dei rischi economico-finanziari percepiti.
Non viene risparmiata da questo fenomeno la previdenza complementare, non minimamente considerata dal 78% del campione intervistato. Nonostante la sensibilizzazione crescente attorno al tema, specialmente le generazioni più giovani sembrano non preoccuparsi di costruirsi una pensione integrativa: il 55% di Gen Y e Gen Z afferma di non averci ancora pensato.
Nel 2024 si registra un forte bias rispetto all’orizzonte temporale di investimento. Anche in un anno positivo per il mercato azionario, che ha ripreso a performare, la sensazione di sicurezza offerta da rendimenti sicuri e a breve termini ha continuato a prevalere.
Non è un caso che tra gli investitori, il grosso dei portafogli è risultato carico di bond e titolo governativi italiani (47%), seguiti da investimenti immobiliari (22%), con appena un 9% di azioni (in calo rispetto all’anno precedente), mostrando una scarsa diversificazione del rischio.
Dati che diventano paradossali se incrociati con la propensione per fasce d’età.
Il paradosso che si riscontra è quello secondo cui il comparto azionario, sebbene indicato per soggetti giovani, cresca d’attrattività con l’avanzare dell’età.
Viceversa, i giovani si mostrano meno interessati (e meno istruiti) a proposito di quegli strumenti finanziari ritenuti ideali per avvinarsi alla pianificazione finanziaria e investimento di lungo periodo: i Piani di Accumulo (PAC).